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I personaggi rappresentati sono il Primo ministro greco Tsipras sulla sinistra, la Cancelliera tedesca Merkel e il Presidente della Repubblica Hollande sulla destra. Il protagonista di questa foto è però chi siede a capotavola. Generalmente è la persona più importante, il festeggiato o colui che paga la cena, quella che prende le decisioni; è per definizione il posto di chi comanda, tanto da ispirare una storia (diventata leggenda) di alcuni cavalieri che si riunivano attorno ad una tavola rotonda.
Qui il posto di capotavola è riservato ad una bandiera. Essa rappresenta 28 popoli diversi fra di loro per cultura, lingua e abitudini, tutti uniti dal desiderio di mantenere i propri usi e costumi e allo stesso tempo condividere l’uno con l’altro ciò che li unisce. Dovrebbe essere tale bandiera a dettare le regole, i tempi e i termini con cui i commensali possono aggiungersi o abbandonare la tavola.
I due commensali greco e tedesco di questa rimpatriata vedono la suddetta bandiera in due modi decisamente opposti. Mentre gli altri? Come la vedono? Cosa pensano? Cosa vorrebbero dire? Purtroppo un pezzo di stoffa non può parlare al loro posto bensì deve limitarsi ad osservare impotente mentre una sua stella detta condizioni ad un’altra e una terza si limita ad annuire un po’ distratta.
Povera bandiera nessuno la sta a sentire, sono tutti troppo impegnati a combattersi a suon di dichiarazioni, fogli macchiati d’inchiostro e parole scagliate verso i microfoni.
Ma prima o poi arriverà il conto e qualcuno dovrà pagarlo. Se sarà un pezzo di stoffa ormai sgualcito e stanco di essere strattonato da una parte all’altra o se saranno quei commensali che si sono ingozzati senza alzare la testa dal piatto solo il tempo potrà dirlo.
E noi. Il tempo e noi. Siamo noi gli Europei non la Merkel, Tsipras, Hollande o le banche. Siamo noi che diamo colore e luce alla nostra bandiera. Ricordiamocelo e ad agiamo di conseguenza con impegno e fiducia.
Tanto impegno e tanta fiducia!
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