Alla velocità della luce!


“Oggi non ho tempo!” “Questa settimana non finisce mai” “Oggi il pomeriggio è volato” “Scusami, ma sono in ritardo!” “Questa pasta cuoce in otto minuti”. Nella giornata facciamo continui riferimento al tempo. La nostra vita è scandita dal suo trascorrere e pensiamo che il suo fluire sia qualcosa di immutabile che noi non possiamo né accelerare né rallentare. Vero? Dipende, tutto è relativo.

 

All’inizio del secolo scorso Albert Einstein (un’autorità nel campo della relatività) ha messo in crisi il concetto che – fino ad allora – l’umanità aveva avuto del tempo, dimostrando che esso non è una grandezza assoluta ed inalterabile, ma dipende dalla velocità e dall’intensità della forza gravitazionale: a mano a mano che esse aumentano, il tempo trascorre più lentamente.

Coerentemente con quanto da lui detto (vedi questa citazione), ha spiegato un concetto fisicamente complesso come quello appena descritto con il Paradosso dei gemelli: uno di essi resta sulla terra e l’altro sale su un’astronave che viaggia per lo spazio ad una velocità prossima a quella della luce. Trascorsi cinquant’anni, il gemello terrestre, ormai vecchio e malfermo di salute, al ritorno dell’altro, lo ritrova giovane ed in piena forma! Il tempo per quest’ultimo è trascorso molto più lentamente. Questo fenomeno fisico ha potuto essere provato sperimentalmente con orologi atomici di grandissima precisione che hanno rallentato la loro corsa viaggiando su aerei a velocità molto elevate.

Con la scoperta della velocità della luce (299.792.458 m/s) è andato poi a farsi benedire un altro dei pilastri della concezione del tempo che l’umanità ha sempre avuto, quello della contemporaneità degli eventi: se osserviamo una stella che dista 1 anno luce da noi, significa che la stiamo vedendo per come era un anno fa’ poiché la sua luce ha impiegato esattamente quel tempo per giungere a noi. Prova a guardare la luna adesso. La luce che stai vedendo è partita 1,28 secondi prima di colpire la tua pupilla. Se è giorno (e ci riesci!) prova guardare il sole. In questo caso i raggi che vedi sono partiti 8,33 minuti prima.
1.     Questo significa che la macchina del tempo già esiste! Stiamo osservando il passato!

Ma ritorniamo sulla terra. A ben pensarci anche per ciascuno di noi il tempo può trascorrere più o meno velocemente.

Facciamo un semplice esempio. Mario, grande appassionato di musica classica, invita Luigi, cui la musica classica non è mai piaciuta, ad assistere insieme ad un concerto di musiche di Šostakovič. Luigi, per permettermi di fare l’esempio (grazie Luigi!), accetta l’invito. Sicuramente alla fine dell’esecuzione, Mario penserà che il concerto è stato troppo breve. Il tempo per lui è trascorso molto velocemente, mentre Luigi lo avrà trovato eterno! Eppure il concerto, per entrambi è durato un’ora e mezza. In questo caso non si tratta di una differente velocità con cui le lancette dei loro orologi hanno impiegato a fare un giro e mezzo del quadrante, ma della differente percezione che Mario e Luigi hanno avuto del trascorrere del tempo. Possiamo concludere che più ci divertiamo, più “il tempo accelera” e viceversa. E questo certamente lo hai già sperimentato, non devo certo dirtelo io!

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2.     Siamo noi la macchina del tempo!
Questo si realizza quando siamo molto impegnati, anche se non sempre in cose divertenti. Aggiungendo il piacere al suddetto impegno il tempo scorre ancora più velocemente (= viene percepito in tal modo).
Il mio augurio è quindi che tu possa vivere il più velocemente possibile! La chiave è seguire le proprie passioni. Sotto questa luce trovo azzeccato il detto meglio una vita breve ma intensa che una lunga ma noiosa.

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