Diverso è uguale


Diverso.

Un bianco è diverso da un nero. Un normo dotato è diverso da un handicappato. Abbiamo cominciato a pensare, ormai qualche decennio fa’, che il modo migliore per integrarci con culture a noi estranee e rispettare chi ha difficoltà motorie fosse far finta che la diversità non esistesse, che fossimo tutti uguali. Non c’è differenza fra un bianco e un nero, un omosessuale e un eterosessuale, una persona con 46 cromosomi e una con 47. Il politicamente corretto ha bollato diverso come termine intollerante perché se siamo tutti uguali non possiamo essere diversi. Per dimostrare (a chi?) che invece eravamo tolleranti e ben disposti abbiamo cominciato a diventare asettici e incolori.

Un giorno mi trovavo sul treno. Nel mio stesso scompartimento si trovavano anche due signore – una settantenne ed una cinquantenne – e una coppia di ragazzi. Durante il viaggio una delle due signore appoggiò i piedi sul sedile di fronte, l’altra le chiese di toglierli poiché le scarpe avrebbero sporcato il posto a sedere. Subito il ragazzo si rivolse alla seconda signora e disse “Glielo ha detto solo perché porta il velo”. Effettivamente la cinquantenne indossava un velo e si vedeva chiaramente che non era italiana.

Questo episodio mi fece pensare. L’obiezione del ragazzo non riguardò il fatto che una persona potesse mettere i piedi sul sedile o meno, bensì la razza della persona. A quel punto mi chiesi chi fosse a fare differenza fra le persone: la settantenne che pretendeva semplicemente un po’ di educazione o il ragazzo che evidenziò la diversità di cultura? Chi fra i due fece effettivamente distinzione di razza?

Concedere tutto a chi riteniamo diverso è un po’ come dire <poverino, visto che sei inferiore ti concedo qualcosa in più>. Quello non è rispetto. Il rispetto ce lo insegnano Alex Zanardi o Nick Vujicic per quanto riguarda le disabilità o film come Il sapore della vittoria (Remember the Titans) per l’integrazione.

Diverso non significa migliore o peggiore ma semplicemente diverso. Accettiamo, apprezziamo e rispettiamo le diversità che ci contraddistinguono. In questo modo potremo dirci effettivamente tutti uguali.

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