Il bastone fra le ruote di Foodora


Nessuna introduzione. Ti faccio subito una domanda: qual era 20 anni fa il profilo medio della persona che consegnava il cibo a domicilio? Studente, giovane, alla ricerca di due soldi per pagarsi le piccole spese.
Qual è il profilo medio del rider di oggi? Trentenne (magari anche laureato) che non trova lavoro.

Se mi trovassi nella condizione di un giovane laureato che ha studiato per tanto tempo, che non trova lavoro e che per sopravvivere deve fare consegne di cibo a domicilio, anche io sarei alquanto incazzato.

Siamo sicuri che il vero problema sia Foodora?

Qualcuno mi ha fatto notare che il suo sistema di retribuzione è ai limiti dello schiavismo. Se è vero oggi lo era anche vent’anni fa. Solo che prima nessuno se ne lamentava perché una prospettiva di lavoro (diciamo) tradizionale e stabile c’era. C’era un alternativa. Ora invece è Foodora l’alternativa.

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Se le condizioni offerte da Ciro il pizzaiolo o da Foodora fossero applicate a lavori che possono essere definiti da una vita intera (classico esempio, il metalmeccanico) allora sarei d’accordo con i critici.
In questo caso stiamo parlando di un lavoro che é sempre stato sottopagato che era svolto alla giornata da chi sapeva che avrebbe avuto un vero lavoro e uno stipendio adeguato. Oggi è svolto da chi quel vero lavoro lo vive solo nei sogni.

È il mercato del lavoro tradizionale che ha ridotto la sua offerta. Questo è il vero tema da affrontare.

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