Secondo la Presidente Laura Boldrini se un ministro è donna allora bisogna utilizzare il termine ministra.
Immagino che la Presidenta Boldrini utilizzi anche il termine autisto parlando della persona che guida la sua auto blu; che quando ha l’influenza vada a comprare l’aspirina dal farmacisto; che la mattina vada a fare colazione dal suo baristo di fiducia; che ogni tanto faccia una visita di controllo dal dentisto.
Se è vero come sostiene lei che “non esiste un solo genere” allora deve valere per entrambe i sessi.
Invito la terza carica più alta dello Stato ad aprire un dizionario della lingua italiana e cercare ad esempio il termine barista. Scoprirà che si tratta di un sostantivo sia maschile che femminile e che il genere non viene definito puerilmente dall’ultima lettera della parola, bensì dall’articolo: il barista, la barista.
Vogliamo modificare il sostantivo ministro e renderlo sia maschile che femminile? Bene, allora utilizziamo le regole che già esistono: il ministro, la ministro.
Per non parlare del termine sindaca che mi fa venire i brividi.
Il Politicamente Corretto rischia di inquinare una lingua ricca e bellissima quale l’Italiano con neologismi privi di senso il cui unico scopo è perseguire una finta uguaglianza fra i generi.
[Leggi anche Lunga è ancora la strada e No alla parità dei sessi]
P.S.
Questa immagine la dice lunga su quanto la contaminazione sia già ad uno stadio avanzato:
Non mancherà molto che la Boldrini, nella sua ansia di occuparsi di problemi fondamentali per la nostra Nazione, proporrà di introdurre nell’italiano anche il neutro con cui riferirsi ai gay che oggi sono effettivamente linguisticamente discriminati, guadagnandosi così meritoriamente un’ammissione d’onore all’Accademia della Crusca!
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Siamo davvero a livelli assurdi di ignoranza!
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