Altresì noto ad imprenditori e partite IVA come Studio di Settore.
Per farla breve spiegando di cosa si tratta, lo studio di settore è, appunto, lo studio che lo Stato fa su alcuni settori dell’economia stabilendo, secondo propri calcoli e parametri, quanto in media dovrebbe fatturare ogni attività di quel particolare settore. Un esempio semplicistico (ma che spiega il meccanismo): lo Stato determina che nel 2016 ogni panettiere in Italia dovrebbe aver guadagnato in media X e quindi aver pagato tasse per Y.
Le parole chiave sono dovrebbe e in media. Ci sarà quindi qualcuno che ha guadagnato di meno e qualcuno di più.
Questo strumento, che potrebbe anche servire a qualcosa, è utilizzato oggi dallo Stato italiano per violentare piccoli e medi imprenditori. Come? L’attenzione dello Stato si concentra sulle attività definite non congrue (che cioè risultano aver pagato meno tasse di quanto loro hanno stabilito) e va a riscuoterne la differenza. Non gli interessa se di fronte hanno effettivamente un evasore oppure una persona che ha semplicemente guadagnato di meno. Non controllano i tuoi conti. Si limitano a chiederti i soldi.
Non sei d’accordo? Ti dicono che hai il diritto di andare in giudizio e dimostrare che in realtà non hai guadagnato le cifre che dicono loro. Ma come fai a dimostrare la non-esistenza di soldi che loro sostengono tu abbia infilato in tasca? Non esistono! Non puoi dimostrarlo! Prima di iniziare il processo però devi pagare quanto richiesto in fase di accertamento e, se vinci la causa, allora forse ti ridaranno indietro i soldi.
Questo perché in Italia l’onere della prova in materia fiscale è a carico dell’imputato. È ribaltato. Non è lo Stato a dover dimostrare che le accuse sono vere, bensì tu che sono false. È come se io ti accusassi di aver rubato a casa mia: prima ti fai la galera, poi vai in tribunale e spetta a te dimostrare di essere innocente.
Quindi molti imprenditori, soprattutto in questi ultimi anni in cui la liquidità è scarsa, si accordano con lo Stato e invece di pagare quanto richiesto contrattano.
Questa si chiama estorsione legalizzata. Punto. Non ci sono altri termini.
Allora alcuni commercialisti consigliano ad onesti imprenditori di gonfiare le proprie dichiarazioni per risultare congrui. Infrangi la legge perché ti comporti onestamente! Un’aberrazione incredibile!
Chi poi guadagna molto può permettersi di dichiarare meno ed intascarsi la differenza in nero, tanto nessuno lo andrà mai a controllare perché ha dichiarato quel tanto che basta per risultare congruo. Ed ecco che a temere la giustizia non è più il delinquente, ma la persona onesta.
Per ridare fiducia a chi vuole investire in Italia (e non parlo di società straniere, ma più semplicemente di un ragazzo che vuole aprirsi una partita IVA oppure una propria attività) basterebbe eliminare questo stupro di settore.
Ma non si può. Il motivo sono i bilanci preventivi dello Stato: quando sentiamo dire che “il prossimo anno si stima di recuperare tot € dall’evasione” è perché quei soldi servono per fare bella figura in Europa ed avere un voto migliore dalle agenzie di rating. Poco importa poi se quella cifra è stata estorta ad onesti cittadini o sequestrata a mafiosi e delinquenti in doppio petto.
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