Cari politici,
volete vedere scomparire magicamente quello che definite “dilagante razzismo”? Vi basterebbe applicare quel famoso principio per cui la legge è uguale per tutti. La vera integrazione non avviene solo concedendo gli stessi diritti, ma anche imponendo gli stessi doveri. In caso contrario si crea disuguaglianza, rancore, rabbia e quindi violenza.
Non fraintendetemi, di razzisti ce ne sono ed è giusto combatterli. Il problema è che quando consideri tutti razzisti senza prestare orecchio alle diverse voci, rischi di ottenere proprio il risultato opposto: aumentare il numero di chi sostiene soluzioni estreme.
Cari politici,
continuando con questa ignorante e squallida disputa fra cacciamoli tutti e accogliamoli tutti rischiamo davvero di tornare ad un razzismo radicato. E quando questo dovesse accadere sarebbe una colpa condivisa equamente fra destra intransigente e sinistra buonista.
Molti fra quelli che vengono considerati razzisti sono in realtà esasperati. Fra le tante persone che hanno raggiunto il limite di sopportazione non ci sono solo gli Italiani ma anche stranieri regolari. Perché il problema in realtà è proprio questo: la differenza fra regolare ed irregolare.
Le domande
“Perché per lui vitto e alloggio gratis e per me che vivo in strada da anni niente?”
“Perché se la prendono con me con gli studi di settore quando c’è chi dichiara 0 e vive nel lusso?”
riportano alla medesima questione di fondo: ingiustizia diffusa.
Cari politici,
colore della pelle, cultura e religione non hanno spazio in questo contesto. Prima lo capite, meglio è. Per noi.
Emanuele
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