Perché i giornalisti dovrebbero essere i primi a difendere i link?
Per capirlo parliamo di videogiochi e torniamo ad una decina di anni fa quando alcuni ragazzi iniziarono a riprendere le proprie sessioni di gioco con le videocamere dei loro genitori per poi caricare i video in rete. La prima reazione delle case video ludiche fu estremamente negativa in quanto si sosteneva che gli spettatori di tali video fruissero di contenuti costati tempo e denaro agli sviluppatori senza riconoscerne il corrispettivo economico.
Quando però, anche grazie a questo fenomeno, gli introiti delle vendite aumentarono significativamente, si capì che attraverso dei semplici video di intrattenimento si era creata una nuova forma di pubblicità a costo zero. Ad oggi sono le stesse case di produzione a pagare i gamer affinché promuovano i propri giochi.
Torniamo quindi al giornalismo. Se io copiassi l’articolo di un giornalista e lo incollassi sul mio sito starei rubando il lavoro di qualcun altro. Ciò è sbagliato ed è giustamente un reato.
Il link invece è tutta un’altra questione. Inserire un collegamento non fa altro che portare traffico – e quindi denaro – alla pagina sulla quale il giornalista ha pubblicato il suo contenuto. Gli faccio pubblicità gratuita.
Prendersela con i link è un po’ come prendersela con l’edicolante che espone i giornali.
Vuoi vendere? E allora devi farti conoscere ed il link ad oggi è uno dei modi più diretti, veloci, semplici ed efficaci per farlo.
Emanuele