Bella la libertà di espressione vero? Certo! Finché chi ci sta di fronte è d’accordo con noi oppure esprime un’idea socialmente accettata o politicamente corretta; altrimenti ci sentiamo autorizzati (non ho ancora capito da chi) ad interromperlo e coprirlo di insulti. Ad essere sincero a volte alcune affermazioni che sento in giro meriterebbero ben altro di un semplice insulto. A quel punto sai cosa faccio? Mi metto a ridere! L’unica soluzione pacifica che mi permette di evitare inutili incazzature.
A chi non piacerebbe poter girare con un nastro isolante da elettricista in tasca per poter incerottare la bocca ad alcune persone?! Questa cosa ha un nome…..come si dice…..ah già: censura! Il fatto è che né io né te avremmo il diritto di farlo, per quanto il desiderio possa essere forte. Allora? Quale sarebbe la soluzione? Creare un organo di Stato che se ne occupi? Una censura di Stato! Brutta cosa vero?! E quindi?
Il problema non è solo (né tanto) di chi esprime un’idea violenta/sbagliata/assurda/ecc., bensì di chi lo sta ad ascoltare, gli da credito e spazio. Come si chiama una persona sul palco che parla ad una piazza affollata? Leader. E una persona sul palco che parla ad una piazza vuota? Pazzo!
Quindi la soluzione è quella di permettere a chiunque di dire la propria, per quanto assurda possa essere. Impedire anche solo ad una persona di esprimere un concetto significa esercitare una censura. A quel punto allora dovrebbe esserci qualcuno a decidere cosa e come censurare. Ed eccoci di nuovo alla censura di Stato.
Istruire le persone a ragionare e combattere l’analfabetismo funzionale è il modo migliore per trasformare cattivi leader in…..pazzi. L’unica censura che bisogna esercitare è nei nostri cervelli: non impedendo alle idee più strampalate di raggiungere le nostre orecchie con bavagli fisici o giuridici, bensì con barriere mentali costruite attraverso istruzione, cultura, senso critico e un pizzico di buonsenso.
La libertà di espressione non è solo il diritto di esprimere la propria opinione ma anche il dovere di accettare quella altrui.
Altrimenti accettiamo la censura e non lamentiamoci se dovesse arrivare a colpirci direttamente.
L’impotante è esprimersi sempre civilmente, poi si può dire tutto senza problemi, è proprio lo scambio dei vai pareri che crea la condivisione e il senso dei blog ad esempio, altrimenti se si vuole avere solo ragione che senso ha?
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Se si vuole avere solo ragione si fa politica!
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vero!
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Il tuo discorso non fa una grinza, ma io penso che il problema sia un po’ più complesso. Ad esempio, pare che la seconda moglie dello stragista di Orlando abbia tentato di dissuaderlo dal compiere la tragica azione. Io gli avrei dato una bastonata sulla testa pur di fermarlo e non credo che questa si possa chiamare censura.
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È vero: il discorso è decisamente più complesso. Come sempre voglio solo stimolare il pensiero e la discussione.
Questo articolo riguarda la libertà di espressione. Nel caso specifico di Orlando si è passati ad un altro piano (quello violento) che meriterebbe un discorso totalmente a parte. Sono decisamente favorevole alla tua proposta padellata-sulla-zucca!
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Certo so di avere “sforato”, ma so che avresti capito. Uno dei complimenti che ho gradito maggiormente in vita mia è stato pronunciato da un amico: “sei la persona con meno pregiudizi che io conosco”. In effetti rispetto le idee altrui e mi faccio rispettare perché credo che sia necessario mettersi nei panni degli altri, prima di giudicare e sentenziare.
Resta comunque sempre valida la botta in testa! 😉
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